La psicoterapia cognitiva
La Psicoterapia Cognitiva è al momento attuale una delle più diffuse forme di psicoterapia e copre il campo del trattamento di tutti i disturbi mentali: disturbi d'ansia, fobie, depressione, disturbi del comportamento alimentare, disturbi ossessivi, disturbi di personalità, dipendenze, fino alle psicosi.
La psicoterapia cognitiva spazia dai problemi dell'età evolutiva, passando per l'adulto fino all'anziano.
Gli interventi possono essere individuali, di coppia, famigliari o di gruppo, nonché realizzati all'interno di complessi contesti istituzionali.
Obiettivo della psicoterapia cognitiva è non tanto, o non solo, modificare il comportamento esterno della persona, ma anche e soprattutto comprendere e ove possibile agire sulle cause soggettive di esso, che dipendono da percezioni, pensieri, convinzioni, ma anche emozioni e immagine di sé. Attraverso l'integrazione di emozioni e cognizioni si persegue il raggiungimento e mantenimento di un più funzionale equilibrio dinamico.
Mentre nel cognitivismo classico l'attenzione era prevalentemente focalizzata sulle convinzioni, sui pensieri, ed in definitiva sugli aspetti più "razionali", nel secondo cognitivismo viene sottolineata l'importanza fondamentale degli aspetti emotivi e relazionali, e molto spazio viene dato alla complessità ed al significato personale e soggettivo delle esperienze vissute. All'interno di questo cambiamento di paradigma trova senso l'importanza attribuita alla relazione fra terapeuta e paziente.
Rispetto ad altre forme di psicoterapia, la psicoterapia cognitiva si presta maggiormente ad essere indagata scientificamente, facilitando pertanto la valutazione dell'efficacia degli interventi, che risulta essere elevata, sia a livello di riduzione del sintomo sia a livello del mantenimento dei benefici ottenuti nel corso del tempo.
Anche per tali ragioni, è frequente ed agevole l'uso della psicoterapia cognitiva in associazione con il trattamento psicofarmacologico e rappresenta uno strumento efficace anche per il trattamento di complesse situazioni di riabilitazione psicosociale.
La psicoterapia cognitiva spazia dai problemi dell'età evolutiva, passando per l'adulto fino all'anziano.
Gli interventi possono essere individuali, di coppia, famigliari o di gruppo, nonché realizzati all'interno di complessi contesti istituzionali.
Obiettivo della psicoterapia cognitiva è non tanto, o non solo, modificare il comportamento esterno della persona, ma anche e soprattutto comprendere e ove possibile agire sulle cause soggettive di esso, che dipendono da percezioni, pensieri, convinzioni, ma anche emozioni e immagine di sé. Attraverso l'integrazione di emozioni e cognizioni si persegue il raggiungimento e mantenimento di un più funzionale equilibrio dinamico.
Mentre nel cognitivismo classico l'attenzione era prevalentemente focalizzata sulle convinzioni, sui pensieri, ed in definitiva sugli aspetti più "razionali", nel secondo cognitivismo viene sottolineata l'importanza fondamentale degli aspetti emotivi e relazionali, e molto spazio viene dato alla complessità ed al significato personale e soggettivo delle esperienze vissute. All'interno di questo cambiamento di paradigma trova senso l'importanza attribuita alla relazione fra terapeuta e paziente.
Rispetto ad altre forme di psicoterapia, la psicoterapia cognitiva si presta maggiormente ad essere indagata scientificamente, facilitando pertanto la valutazione dell'efficacia degli interventi, che risulta essere elevata, sia a livello di riduzione del sintomo sia a livello del mantenimento dei benefici ottenuti nel corso del tempo.
Anche per tali ragioni, è frequente ed agevole l'uso della psicoterapia cognitiva in associazione con il trattamento psicofarmacologico e rappresenta uno strumento efficace anche per il trattamento di complesse situazioni di riabilitazione psicosociale.